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Libri di viaggio: Flaubert e Nerval – viaggio in Oriente

Libri di viaggio: Flaubert e Nerval – viaggio in Oriente

Libri di viaggio: Flaubert e Nerval – viaggio in Oriente

L’oriente, è questa l’ultima meta che raggiungiamo dopo un lungo percorso che ci ha portato a scoprire i più importanti e affascinanti libri di viaggio conservati presso la nostra biblioteca. Se però fino ad ora vi abbiamo mostrato gli esempi maggiori che si ricollegano alla tradizione del grand tour settecentesco e ottocentesco in giro per l’Italia e l’Europa, questa volta il nostro sguardo si sposta. L’utilizzo della parola Oriente tuttavia non ci deve far confondere: non arriveremo all’estremo oriente ma in quello a noi più vicino e, attraverso la penna di due importantissimi scrittori dell’ottocento quali Flaubert e Nerval, ci muoveremo tra Turchia, Grecia, Palestina, Egitto, e altri ancora.

Il primo libro che abbiamo scelto per voi è Viaggio in Oriente di Gustave Flaubert nell’edizione del 2022 pubblicata dalla casa editrice Ibis e tradotto da Olimpia Antonietti. Molto importante è soffermarsi proprio su questa specifica pubblicazione in quanto la storia editoriale di questo testo è particolarmente intricata. L’autore mise mano alla riorganizzazione e rielaborazione dei suoi appunti di viaggio per la prima volta nel 1851, poco dopo avrebbe iniziato la stesura del suo grande capolavoro Madame Bovary. Tuttavia la prima pubblicazione sarà postuma, nel 1910, grazie alla volontà dell’ereditiera di Flaubert, Caroline Franklin-Grout che tuttavia rimaneggia molto il testo originale eliminando le parti che forse ad oggi risultano le più interessanti. Solo più tardi sarà ritrovato il testo originale dell’autore che viene presentato in lingua italiana proprio grazie a questa pubblicazione di cui parliamo oggi.

Il viaggio di Flaubert inizia il 22 ottobre 1849, giorno in cui parte insieme al suo amico Maxime Du Camp per un itinerario che avrà numerose tappe: Egitto in cui trascorrerà ben 8 mesi risalendo il fiume Nilo, Palestina, Libano, Rodi, Asia Minore, Costantinopoli, Grecia e Italia. Sarà proprio il suo compagno di viaggio che nel testo Souvenir littéraires ci racconta come sia stato complesso anche solo partire in quanto la madre del giovane Flaubert non voleva lasciarlo andare poiché il figlio soffriva di “crisi nervose”. Fu invece proprio grazie al consiglio di partire dal medico Jules Coquet che la madre si convinse dicendo al figlio in tono freddo: «Dato che è necessario per la tua salute, parti pure con il tuo amico Maxime, ti do il permesso».

Leggere questo volume risulta molto interessante per conoscere meglio anche l’autore sia da un punto di vista formale del testo che personale. Negli appunti di viaggio vediamo che Flaubert non sceglie uno stile uniforme: parti brevi e appena accennate e strutturate si alternano a brani più lunghi e articolati forse anche in base a quanto l’argomento suscitasse o meno il suo interesse. Anche da un punto di vista contenutistico poi avviene la stessa cosa: sezioni più crude, distaccate e sarcastiche si alternano a parti in cui emerge un lirismo sentimentale che forse non ci aspetteremmo dalla penna impressionista del nostro autore. Basti confrontare ad esempio la sua descrizione di una donna andalusa vista a Malta: «L’adipe è per le vecchie donne ciò che l’edera è per i ruderi, nasconde i danni e li consolida» con quello della prima notte in Egitto: «Prima notte sul Nilo. Stato di appagamento e lirismo….ci sono delle stelle. Mi addormento sul mio letto da campo che ho fatto collocare sul ponte, e con che gioia!».
Ultima importante considerazione da fare è come la sua impersonalità narrativa e l’assenza di giudizio tipica del suo stile lo aiutino a guardare queste terre e questi popoli senza la lente del colonialista occidentale, cosa che invece emerge di più nel testo del suo amico Maxime. Parla nello stesso modo delle bellezze artistiche (i bagni di Cleopatra, le tombe dei califfi, il tempio di Eliopoli, ecc), degli usi, delle tradizioni, dei bazar pieni di saltimbanchi, dei beduini del deserto, senza tralasciare la bellezza e la lussuria delle donne orientali.

Il volume dal titolo Viaggio in Oriente di Gérard De Nerval nell’edizione presente nella nostra biblioteca è stato pubblicato nel 1997 dalla casa editrice Einaudi di Torino, curato e tradotto da Bruno Nacci. La prima edizione di questo volume, a differenza di quella di Flaubert, risale al 1850, quando il nostro autore era ancora vivo ma il testo uscì anche in parti singole su varie riviste nel 1844. Il viaggio di Nerval ha inizio durante il Natale del 1842 ed ebbe la durata di un anno durante il quale l’autore visitò l’Egitto, il Libano, Rodi e la Siria fino a Costantinopoli. Questa partenza ha per il giovane un’importanza particolare: egli decide di andare non solo per la volontà di vedere con i propri occhi terre lontane e popoli diversi ma anche per una sorta di scopo curativo. L’anno precedente lo aveva trascorso all’interno di varie case di cura a causa di deliri che lo porteranno dopo pochi anni, da giovanissimo, a togliersi la vita.

Dal testo emerge così una sorta di viaggio immaginifico, sembra quasi di essere trasportati in una dimensione altra: quello che noi percorriamo non è un itinerario preciso, scandito, che segue un ordine cronologico ma seguiamo, in un flusso continuo, il viaggio mentale di Nerval che ci racconta sia episodi realmente accaduti sia suoi sogni o racconti scaturiti dalla sua mente fantasiosa. Ed è così che in alcuni passi osserviamo la bellezza e la varietà dei paesaggi, delle piazze, dei mercati e un attimo dopo leggiamo racconti antichi e leggende come la storia della regina del Mattino o del principe El-Hakim. Possiamo dire in conclusione che questo testo più che farci conoscere l’Oriente ci permette di entrare intimamente nell’animo tormentato del suo autore.